Sono le 5 e 18 dell’alba di sabato mattina quando mi giunge questo messaggio: “Ho vinto su tutti i fronti!!! È finito per sempre un incubo. Adesso vado a dormire!! ”: a scrivermi è Maria Grazia Modena, professoressa di Cardiologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, già Presidente della Società Italiana di Cardiologia, che non ha smesso di combattere per dimostrare la sua innocenza, come vi avevamo già raccontato qualche mese sul Dubbio. Adesso che il suo camice è definitivamente pulito ha voglia di dirlo a tutti, a poche ore dalla sentenza della Cassazione che l’ha assolta da tutte le accuse dell’inchiesta che nel novembre 2012 la portò agli arresti domiciliari, dopo un arresto spettacolare con elicotteri in volo, e che riguardava le presunte sperimentazioni abusive sui pazienti inconsapevoli che, secondo l’accusa del pm Marco Niccolini, sarebbero avvenute nel reparto di cardiologia del Policlinico modenese. Venerdì notte intorno all’una e trenta è arrivato il giudizio da Roma: la sentenza annulla senza rinvio la disposizione di condanna per i reati di falso, che era l’unica condanna che era rimasta alla dottoressa Modena e dichiara inammissibili i ricorsi contro l’assoluzione in Appello per i reati di associazione a delinquere, corruzione, truffa ai danni dell’ospedale e abuso d’uffi- cio, del procuratore generale di Bologna e delle parti civili ossia Azienda ospedaliera, Regione Emilia Romagna e Associazione Amici del Cuore condannandoli alle spese processuali. «Adesso posso dire di credere nella magistratura giusta – racconta al Dubbio la professoressa – leale, fatta di giuristi veri. Ho vissuto sei anni di panico, però alla ficaso ne ho ottenuto piena giustizia, essendo stata assolta per tutto, grazie anche ai miei straordinari avvocati». Oggi la professoressa Modena è completamente libera di riprendere in mano la sua vita e forse di tornare a fare il primario. «Proprio oggi ( ndr ieri) mi è arrivato il messaggio del Rettore dell’Università di Modena per cui la mia assoluzione è “motivo di grande soddisfazione e restituisce forza e credibilità all’ambiente universitario della Medicina modenese”».
Il procuratore capo di Modena Lucia Musti – il magistrato che tra l’altro è stato ascoltato nei mesi scorsi dalla prima commissione del Csm sui casi Cpl Concordia e Consip che sulla decisione dei supremi giudici ha detto: “La Cassazione non dichiara le persone innocenti o colpevoli. È un provvedimento che ha solo dichiarato inammissibile il ricorso del procuratore generale di Bologna. Rispettiamo tutte le pronunce, ma il nostro lavoro sperimentale di indagine è stato valido. È stata fatta una ‘ indagine sperimentale’, unica, al punto tale che lo stesso tipo di indagine è stata anche esportata all’estero perché è stata oggetto di studio in altri ordinamenti di altri Stati’. Il professore Luigi Stortoni, difensore con il collega Massimiliano Iovino della professoressa Modena, commenta: «Non è vero che la Cassazione non decide chi è innocente o colpevole. La Cassazione decide se le sentenze sono state fatte correttamente e in contrario le corregge. Nel caso della professoressa Modena la Cassazione ha dichiarato addirittura inammissibili i ricorsi della Procura Generale di Bologna, quindi ciò ha confermato la correttezza della sentenza di assoluzione arrivata in Appello e ha cassato senza rinvio la sentenza per quello che concerne la condanna per i falsi. Quando la Cassazione cassa senza rinvio significa che assolve. Quindi come hanno dimostrato tre giudici della Corte d’Appello e cinque giudici della Cassazione questa ipotesi accusatoria, questa grande inchiesta sul malaffare, è stata tutta una montatura».
La giustizia, secondo la dottoressa Musti, si amministra anche a colpi di ‘ esperimenti’: lei cosa pensa?
Le dichiarazioni della Musti sono sconcertanti, io sono sbigottito prima come penalista e poi come cittadino e difensore. Esse sovvertono tutti i principi e tutti i valori del diritto e del processo penale che sono la presunzione di innocenza, il fatto che si possa punire qualcuno quando vi è la prova che abbia commesso un reato, che il diritto penale debba essere certo come dice la nostra Costituzione e la Carta Europea dei Diritti dell’Uomo. È terribile che un processo sia stato preceduto da una ‘ indagine sperimentale’: la sperimentazione del diritto penale è un assurdo, si applica la regola che già esiste, non si fanno tentativi sperimentali. La Musti è come se dicesse ‘ abbiamo provato ad applicare un diritto penale che non c’era prima’ ma allora i principi di certezza e di retroattività del diritto penale vanno a farsi benedire! È come dire che si fanno ‘ esperimenti penali’ in corpore vili: sperimentazioni pericolose e inammissibili in un ordinamento costituzionale che garantisce la libertà personale. Rischiamo di diventare delle cavie nelle mani delle Procure. Il mio timore è che la Musti stia confessando con candida ingenuità che si può sperimentare sulla pelle dei cittadini.
La Musti poi prosegue dicendo che quel loro tipo di indagine sperimentale è stato esportato all’estero.
Spero che non sia così, quale immagine daremmo mai dell’operato dei nostri pubblici ministeri?.
Tutta una anomalia fin dall’inizio dunque?
Nella fase delle indagini, si è verificata, da parte del pm Niccolini e dell’allora capo Zincani, una situazione paradossale contraria a tutte le regole e a tutti i principi. L’imputato deve essere messo nelle condizioni di sapere di cosa è accusato per potersi difendere. Invece in questo processo, nella fase delle indagini, gli indagati che, leggendo i giornali, venivano a sapere di un procedimento in atto, andavano ripetutamente a bussare alla porta della Procura per chiedere conferme e non veniva detto loro nulla. Addirittura quando chiesero un certificato sui carichi pendenti nei loro confronti fu risposto negativamente facendo un falso. E questo noi l’abbiamo denunciato. E mentre non si diceva nulla a chi aveva diritto ad essere informato sulla propria posizione, sui giornali e in tv si sbandieravano confusamente notizie false. Il dottor Zincani fece una serie di dichiarazioni alimentando una gogna mediatica inqualificabile.
Fonte: http://ildubbio.news/ildubbio/2018/01/23/cassazione-assolta/
Commenti di Nicola Cioffi: Ritorno sulle “esternazioni” della Procuratrice della repubblica di Modena ,dr Lucia Musti la quale rivendica la fondatezza delle sue indagini, magnificandole, anche quale ” metodo sperimentale ” ” copiatoci all’estero” come pare di capire leggendo l’articolo che riporta il duro pensiero del legale della malcapitata vittima ,medico primario,e,quindi,mi chiedo e chiedo : siamo ancora in uno STATO di diritto e democratico? Sul punto chiedo l’opinione esplicita di Annalisa Chirico,bravissima peraltro, e di “Fino a prova contraria “.
Alla dr.Maria Grazia Modena ,medico,assolta definitivamente dalla Cassazione,alla Procuratrice della Repubblica di Modena dr.Lucia Musto che “critica”la sentenza di assoluzione,alle parole”severissime” del difensore della cittadina vittima dell’accusa infamante,nonché alle parole di Annalisa Chirico,giornale/sito ” fino a prova contraria” ed editorialista,se non sbaglio, del giornale Il Foglio…..NONCHÉ all’ottimo articolo di Valentina Stella sul giornale il dubbio, per cui grido: ma che epoca!Quale democrazia ! Ma nessuno risponde,a prescindere dai noti e soliti “passerellisti” di turno,ben inseriti nel “SISTEMA ITALIA”